La caduta del sole di ferro
Michel Bussi
Edizioni e/o, pubblicato nel 11 novembre 2020
434 Pagine
Dopo aver subito una catastrofe ambientale, Parigi è popolatola da due gruppi di ragazzi di dodici anni, i ragazzi del tepee e i ragazzi del castello.
Sono due gruppi di ragazzi cresciuti da soli, senza adulti alla guida e che hanno sviluppato due diversi sistemi di sopravvivenza, conoscono l'esistenza gli uni degli altri ma convivono evitandosi, senza mai interagire tra loro.
È un progressivo avvelenamento dell'ambiente a interrompere la tregua costruita nel tempo, gli animali iniziano a morire, e i due gruppi di ragazzi non possono più fare finta di niente, qualcuno è colpevole... E deve pagare! La guerra sta per iniziare.
La caduta del sole di ferro, uscito in Italia l'11 novembre 2020, segna un nuovo inizio per l'autore francese re della manipolazione e della suspense. È un Bussi inedito, mai visto prima, quello che ci troviamo a conoscere tra le pagine di questa nuova storia.
Il mistero e il brivido vengono lasciati in sottofondo, lasciando il posto a un'ambientazione nuova, che ci terrà compagnia per più volumi. La caduta del sole di ferro infatti, è il primo libro di una saga distopica, in cui nel mondo non c'è più spazio per gli adulti, ma sono i ragazzi ad avere in mano le sorti del mondo.
Un mondo fittizio, ma con grandi riferimenti attinenti alla realtà.
Una delle cose più interessanti del romanzo, secondo me, è stata scoprire la differenza enorme tra i due gruppi. L'organizzazione interna dei ragazzi del castello è strutturata, è una società organizzata come una gerarchia in cui i membri del consiglio ne sono a capo e si occupano di prendere le decisioni importanti.
Nonostante siano vissuti senza adulti, fin dalla loro nascita sono stati sottoposti ad alcuni insegnamenti che per dodici anni hanno fornito loro strategie efficaci su come poter vivere al meglio.
Sono più avanti rispetto ai selvaggi ragazzi del tepee, che pur in versione più "barbara" sono muniti anche loro di un'organizzazione che permette la sopravvivenza.
Civiltà contro lo stato più primitivo. Questa è la differenza fondamentale, ma entrambi sono guidati da un forte senso di appartenenza e da valori diversi che conosciamo attraverso i molteplici protagonisti all'interno della storia.
Personalmente non sono solita leggere il genere distopico, e inizialmente ho fatto fatica a entrare in questo nuovo mondo. Bussi però è stato molto bravo a raccontarne la composizione e il funzionamento in maniera semplice e immediata, e i personaggi che popolano la Parigi post catastrofe ambientale sono variegati, con caratteristiche che permettono l'immedesimazione. È stato anche per questo che sono riuscita a lasciarmi trasportare dalla vicenda.
Nonostante io abbia un debole per Bussi in veste di autore di storie misteriose e sorprendenti, non mi perderò le prossime avventure dei ragazzi, e sono sicura che questa saga abbraccerà un pubblico più eterogeneo, diverso e, amanti del genere distopico.. Non lasciatevelo sfuggire!